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In questi giorni stanno impazzando sulla stampa e sui social network notizie distorte sugli affidamenti ad Associazioni di Volontariato del Servizio di Emergenza Sanitaria con Ambulanza.
E’ necessario ricordare che attualmente, sin dalla sua istituzione in tutta Italia negli anni ‘90, il servizio 118 si avvale di personale Volontario per oltre il 60% delle postazioni.
Ma chi compone gli equipaggi di ambulanza e quale formazione hanno i Volontari?
Gli equipaggi di ambulanza, anche delle associazioni di Volontariato vedono la presenza a bordo di Infermieri e Medici, iscritti ai rispettivi albi e formati allo stesso modo degli omologhi dipendenti delle strutture pubbliche.
Come Croce Rossa Italiana di Viterbo, ente che svolge da decenni questo servizio in convenzione con la Regione, anche da prima che fosse ufficialmente istituito, possiamo affermare che il personale tecnico (autisti e barellieri) della nostra istituzione, è formato con un corso teorico-pratico di 120 ore alle quali si aggiunge il corso per l’uso del defibrillatore, i corsi per la sicurezza sui luoghi di lavoro e il conseguimento della patente di servizio per gli autisti, questa formazione ogni anno viene aggiornata. Ogni nostro volontario è sottoposto a controllo medico periodico e a campione effettuiamo anche accertamenti a sorpresa relativi all’alcolemia. Tutti i Volontari non percepiscono alcun tipo di compenso o rimborso per l’attività prestata.
Qualsiasi altro soccorritore di società pubbliche o enti privati frequenta un corso di circa 20 ore complessive (il minimo previsto dalla norma) e gli autisti guidano le ambulanze con la classica patente B.
Poi ci sono i dipendenti, ovvero gli infermieri ed alcuni autisti, regolarmente assunti dalla Croce Rossa, ai quali si applicano i contratti collettivi di categoria e che sono formati secondo la normativa vigente. Loro, come tutti i dipendenti di organizzazioni e società convenzionate con la Regione, non hanno certezza di svolgere questa attività per sempre.
Molteplici sono inoltre i controlli a sorpresa che sia il 118 che le autorità di vigilanza sanitaria (NAS e ASL) hanno effettuato ed effettuano sul servizio che prestiamo.
E’ necessario interrompere questa campagna denigratoria nei confronti di chi svolge questa attività da decenni e con ottimi risultati raggiunti, soprattutto per non accrescere, nella popolazione, quel senso di incertezza alla vista di una ambulanza in emergenza.
Auspichiamo infine che le istituzioni riescano a re-internalizzare l’intero servizio, ce lo aspettiamo come Comitato CRI e come singoli cittadini che pretendono garanzia di uniformità e qualità del servizio da parte del Sistema Sanitario Regionale, ma fino ad allora continueremo a svolgere l’attività ausiliaria dei pubblici poteri, cui assolviamo perché previsto direttamente dalle Convenzioni di Ginevra, a salvaguardia della collettività e per alleviare le sofferenze dei più vulnerabili.
Pubblicato il: 11/01/2020
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